Dopo l’emergenza Covid, le città sono diventate il punto di partenza da cui iniziare a studiare ed elaborare un futuro sostenibile, digitale e condiviso. La pandemia ha di fatto sconvolto la vita e le abitudini dei cittadini, rendendoli più attenti e consapevoli del proprio modo di vivere in rapporto con l’ambiente.
Questo cambiamento è visto come una grande opportunità, e le città si stanno man mano riorganizzando per diventare il cuore pulsante di nuovi processi sociali e di un dialogo orientato all’innovazione. Il capitale culturale e il valore ambientale dei centri italiani, oltre a promuovere l’economia legata all’esperienza, rappresentano una buona carta vincente da cui partire, che può essere ancor più valorizzata in un quadro di green economy.
I cittadini sono aperti ai cambiamenti. E alla condivisione.
Uno dei primi passi delle città è quello verso la Sharing mobility. La pandemia ha dimostrato come sia effettivamente possibile ridurre i livelli di inquinamento atmosferico attraverso un uso più consapevole dei trasporti. Di conseguenza la fine del lock down ha visto crescere la scelta di soluzioni alternative e condivise: pedonalità, biciclette, bike&car sharing e monopattini sono diventati i protagonisti di una rivoluzione della mobilità, orientata al mantenimento di un’aria pulita.
Energia pulita per le città
Sullo sfondo dei traguardi posti dalla commissione Europea per l’azzeramento delle emissioni entro il 2050, le città si stanno impegnando nella realizzazione di infrastrutture per avere energia pulita.
Dalle infrastrutture necessarie alle linee green di trasporto pubblico, la riqualificazione energetica punta a coinvolgere su larga scala il patrimonio abitativo e i suoi territori circostanti. Queste opere non hanno solo l’obiettivo di abbattere l’inquinamento, ma anche migliorare l’attrattività delle città e sviluppare nuovi settori di green economy che possano valorizzarne il patrimonio culturale.