Il gas naturale scoperto in Val Padana alla fine degli Ottanta ha servito il rinascente apparato industriale per vent’anni ed esteso fino al Mezzogiorno la rete dei metanodotti. Questa che fu definita la terza ondata della metanizzazione italianaportò alla crescita dei bilanci delle famiglie e fu un vero toccasana per i cieli del nostro Paese.
Oggi, dopo circa trent’anni il metano deve tornare a darci una mano contro i cambiamenti climatici e l’effetto serra. Le fonti di energia naturali e le rinnovabili devono pian piano trasformarsi in carburanti della nostra quotidianità.
Una corsa alle rinnovabili
Per contrastare le difficili condizioni ambientali e ridurre le emissioni di CO2 puntare su fotovoltaico, eolico e idroelettrico è la strada ideale. Ma all’orizzonte sorgono due problemi:
- Tecnologico
L’energia rinnovabile di cui disponiamo non sostituisce ancora totalmente quella prodotta da fonti fossili. Inoltre, l’energia va fornita sempre quando serve e non solo in condizione meteo ottimali.
- Demografico
Più di 1 miliardo di abitanti sul Pianeta non ha accesso all’energia elettrica. E si prevede un incremento di popolazione entro 50-100 anni proprio nei territori in deficit energetico.
Cosa si deduce? Non solo bisogna produrre abbastanza, ma molta più elettricità di quella che consumiamo.
Il metano torna in scena
Il gas naturale è una risorsa estraibile da giganteschi giacimenti nel Mediterraneo orientale, nell’Oceano Indiano, Atlantico, in America Latina e Asia Centrale: ecco perché si potrebbe anche pensare a un prossimo calo dei prezzi.
Capace di generare energia, il metano accompagnerà l’uscita definitiva del carbone dalla generazione elettrica (prospettata al 2030) e garantirà energia anche nei momenti di picco di richiesta.