Gli Accordi di Parigi hanno posto una data di scadenza per le azioni destinate a fermare l’aumento della temperatura terrestre.
Entro il 2020 sarà necessario aver raggiunto una fase matura del cambiamento previsto in produzione e consumo di energia, per contrastare l’impatto ambientale e trovare beneficio anche a livello economico.
I segnali di allarme dell’ambiente
Ormai è chiaro a tutti e dimostrato in ambito scientifico, anche dai più scettici: l’azione dell’uomo ha conseguenze dannose per l’ambiente. Le manifestazioni naturali - come caldo torrido, frane, riduzione dei corsi d’acqua e delle calotte polari – avvenute nel corso del 2017 ne sono dimostrazione.
Il tempo a disposizione è poco: come limitare il riscaldamento globale causato dall’operato umano?
Aspetti positivi e ulteriori margini di miglioramento
Nonostante la situazione sia critica, i firmatari degli Accordi di Parigi fanno notare alcuni aspetti positivi: le emissioni di gas serra e CO2 sono in calo, anche nei Paesi più inquinanti come USA e Cina, mentre le prospettive per il futuro sono incoraggianti.
Per rispettare la deadline fissata al 2020 è necessario:
- ridurre le centrali a carbone in favore di quelle a gas
- incoraggiare l’uso di mezzi elettrici
- tutelare gli ecosistemi
Il giusto bilancio tra vantaggi ambientali e finanziari porterà risultati utili per tutti nei prossimi 3 anni, soprattutto per tracciare le prospettive che ci permetteranno di continuare a vivere in modo sostenibile sul nostro Pianeta, salvaguardandolo e difendendolo.