20-02-2019

Conferenza mondiale sul clima: parola agli scienziati

Conferenza mondiale sul clima: parola agli scienziati

A seguito dei grandi problemi climatici che hanno invaso il nostro Pianeta negli ultimi tempi, il presidente del Cnr Massimo Inguscio insieme al presidente e al cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, Joachim Von Braun e Marcelo Sanchez Sorondo, hanno ideato un workshop a Roma intitolato “Cambiamento climatico, salute del pianeta e futuro dell’umanità”.

La storia degli accordi internazionali sul clima è molto frastagliata senza fornire risultati significanti, da Rio 1992 fino a Parigi 2015, dove si è stabilito come obiettivo quello di puntare a circoscrivere l’aumento delle temperature a 1,5° che è stato subito smentito dalla forte concentrazione di gas tossici nell’atmosfera.

Lo scopo dell’incontro, sostiene Inguscio, è dovuto ad un intervento immediato al problema che potrebbe causare effetti negativi anche sull’umanità e aggiunge che gli scienziati e studiosi, del momento, sono gli ultimi che possono attuare cambiamenti. Tutti hanno dato la loro idea rivolta a un solo tema: la conferenza mondiale sul clima di Katowice, in Polonia, programmata dal 3 al 14 dicembre.

Il pensiero degli scienziati

  • HANS JOACHIM SCHELLNHUBER

Dato il forte aumento di anidride carbonica nell’atmosfera, che nel 2013 ha addirittura superato la soglia di 400, il fisico Schellnhuber ha individuato iniziative a lungo termine in risposta all’aumento di 1,5° di temperatura climatica: se si vuole stare entro la soglia è necessario ridurre drasticamente le emissioni. Il fisico tedesco ha tratto le sue conclusioni individuando due possibili soluzioni: la prima è un mix di buon senso ed emulazione espresso dallo sfruttamento della grande tecnologia per adottare nuove energie rinnovabili; mentre la seconda proposta verte su un modello tutto da creare a cominciare dall’emergenza plastica che ci attacca su due fronti, la catena di produzione e la sua indistruttibilità. Quest’ultimo potrebbe essere superato con la ricerca di un secondo utilizzo dello stesso materiale per ottenere così un certo grado di sostenibilità.

  • STEVEN CHU

Il grande fisico Steven Chu, vincitore del Premio Nobel per la Fisica, ha individuato delle soluzioni che sfruttano le nuove tecnologie. Egli sostiene che l’umanità si stia dirigendo in un senso che non ha vie di scampo, sta andando a sbattere contro il muro delle emissioni provenienti dall’agricoltura e dagli allevamenti. L’unica soluzione è guardare il futuro e contare solo sulle tecnologie che, anno dopo anno, si rinnovano, arrivando ad alleggerire l’impatto sul Pianeta e ricercando strumenti in grado di ripulire l’ambiente. Gli esempi che vengono presentati dal vincitore del Nobel per la Fisica riguardano degli studi di un suo allievo, Yi Cui, che sperimenta una nuova generazione di batterie al litio in grado di ricaricarsi 4 volte più velocemente di quelle in uso oppure gli strumenti utilizzati da Zymergen, azienda visionaria, per creare microbi di nuova generazione.

  • PETER WADHAMS

Il fisico e oceanografico Peter Wadhams ha ipotizzato come possibile soluzione dell’aumento climatico la decarbonizzazione. Grazie ai suoi studi possiamo individuare un notevole confronto tra il mondo congelato di decenni fa e il mondo di oggi: ci sono grandi dati evidenti come la riduzione dell’albedo, capacità del suolo di riflettere i raggi solari, e l’innalzamento dei mari che secondo l’Onu potrebbe superare 1,2 metri entro il 2100. Secondo Wadhams nessuno vuole modificare il proprio stile di vita caratterizzato da abitudini distruttive, perciò l’unica soluzione possibile per affrontare il disastro climatico è quella di puntare sull’iper-realismo tecnologico: gli scienziati devono imporre ed influenzare le decisioni degli Stati, ma soprattutto devono trovare metodi che ripuliscano il Pianeta più velocemente di quanto viene inquinato. A riguardo di quest’ultimo punto il grande fisico e oceanografo inglese ipotizza immensi sifoni mangia CO2 applicati sulle navi in grado di assorbire i nostri gas in eccesso, mezzi già idealizzati nei progetti di EDPI.

  • JEFFREY SACHS

L’economista Jeffrey Sachs punta all’elettrico per un mondo più pulito. Egli fonda le sue proposte, come miglioramento degli accordi di Parigi, su quattro pilastri principali: elettricità a partire da fonti rinnovabili, agricoltura sostenibile e blocco delle deforestazioni, elettricità dei trasporti e efficienza energetica. Ogni Nazione applicherà le proprie norme a riguardo, per esempio la Cina ha organizzato una distribuzione di energia da fonti pulite, mentre l’Australia ha deciso di iniziare a esportare energia solare e non più carbone. Tutti queste possibili soluzioni al problema climatico vengono bloccate dal grande dominio che lega petro-stati e petro-aziende. Secondo Sachs un grande passo verso il futuro è quello di tassare l’anidride carbonica in modo tale da promuovere le energie rinnovabili.